Se l’olio è amaro, non è buono?
FALSO!
Le note di amaro più o meno intense che caratterizzano un olio extravergine di oliva sono dovute alla presenza di
preziosissimi componenti antiossidanti chiamati polifenoli. Di conseguenza, più gli extravergini sono amari più sono
ricchi di sostanze fenoliche più ci fanno bene! Purtroppo, la maggior parte delle volte, la presenza dei polifenoli
è assolutamente incompresa…Spesso, infatti, i consumatori valutano l’amaro come un difetto dell’olio extravergine
di oliva di qualità.
L’acidità dell’olio extravergine d’oliva si percepisce in bocca?
FALSO!
Purtroppo, molti consumatori erroneamente associano quel ‘pizzico in gola’, che è la tipica sensazione di piccante
presente con differenti intensità in tutti gli oli extravergini di oliva di qualità, all’acidità confondendo quest’
ultima con una delle più importanti e pregevoli caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine di oliva che
è, appunto, proprio il piccante! Gli acidi grassi liberi sono molecole talmente infinitesimali che non riescono ad
interagire con i recettori costituiti dalle papille gustative. Pertanto, nessuno, neanche un esperto assaggiatore,
può determinare l’acidità di un olio assaggiandolo. Per conoscerne il valore si dovrà ricorrere solo e soltanto ad
una specifica analisi chimica.
Se l’acidità dell’olio è alta vuol dire che l’olio non è buono?
VERO!
Quando si parla di olio extravergine di oliva molto spesso si fa riferimento all’acidità intesa come parametro indicante
la qualità del prodotto e in effetti tale parametro è probabilmente l’indicatore che meglio di qualsiasi altro riesce a
sintetizzare una valutazione complessiva sulla qualità chimica dell’olio extravergine.
Un olio extravergine prodotto da olive sane e raccolte al giusto livello di maturazione utilizzando corrette tecniche di
raccolta, trasformazione e conservazione, avrà generalmente un’acidità molto bassa, il limite massimo di acidità stabilito
dalla normativa vigente è pari allo 0,8%. Tale parametro è comunque un limite decisamente alto; poiché in un olio
extravergine di qualità i valori di acidità si attestano intorno allo 0,1-0,4%.
Se l’olio è piccante vuol dire che è acido?
FALSO!
Niente di più sbagliato! Più gli extravergini sono piccanti più sono ricchi di sostanze fenoliche più ci fanno bene! Le
note di piccante più o meno intense che caratterizzano un olio extravergine di oliva sono dovute alla presenza di una
ricca dotazione di composti fenolici dotati di un elevato valore salutistico che non ha eguali in nessun altro grasso
alimentare, che induce effetti favorevoli sulla salute delle persone e che rende l’extravergine un prodotto unico e
straordinario.
Per essere buono l’olio dev’essere dolce?
FALSO!
Per troppo tempo è passato questo messaggio. Tecnicamente parlando, l’olio non può essere “dolce” perché non contiene
zuccheri. In realtà il “dolce” nell’olio è una falsa sensazione. Il dolce nell’olio è piuttosto una sensazione d’impatto
che percepiamo quando assaggiamo un extravergine caratterizzato dall’assenza di amaro o che, comunque, non è molto amaro
e che, proprio per questo definiamo, per convenzione, olio dolce. Ovviamente ci sarà chi predilige attributi di amaro e
di piccante decisamente lievi e quindi oli dalle caratteristiche organolettiche meno intense, ma ciò non significa che
un olio per essere buono debba essere dolce.
Se l’olio è torbido è più buono?
FALSO!
Generalmente il consumatore preferisce l’olio torbido perché associa al concetto di torbido quello di ‘genuinità’: un
olio torbido è un olio che non è stato filtrato e pertanto, nell’immaginario collettivo, sembra più naturale. L’olio
limpido, invece, dà l’idea di qualcosa che ha subito un ulteriore trattamento. Nella realtà noi possiamo avere un ottimo
olio torbido oppure limpido così come un pessimo olio torbido oppure limpido a seconda di come lo stesso è stato prodotto.
Studi recenti hanno dimostrato che gli oli filtrati presentano in maniera più evidente gli attributi tipici positivi di
un olio di qualità rispetto agli oli torbidi che, invece, dopo circa sei mesi di conservazione potrebbero cominciare ad
assumere difetti di tipo sensoriale in modo proporzionale a quella che era la loro torbidità iniziale. Un olio limpido,
e quindi filtrato, è preferibile, soprattutto nel medio lungo periodo, perché nonostante durante la filtrazione sia stato
‘impoverito’ di alcune componenti positive, consente di mantenerne nel tempo le proprie caratteristiche nutrizionali ed
organolettiche. Un olio torbido è invece preferibile nel breve periodo, ovvero nei primi mesi dall’estrazione, quando
mantiene ancora inalterate tutte le sue caratteristiche.
Se l’olio è dell’anno precedente è migliore?
FALSO!
“Olio nuovo, vino vecchio”. Anche la secolare saggezza popolare suggerisce che l’olio, contrariamente al vino, peggiora
invecchiando e che è sempre meglio consumarlo nella stessa annata di produzione. La presenza di sostanze ossidanti (composti
fenolici) in esso contenute lo protegge dall’irrancidimento, ma nel tempo quest’azione benefica diminuisce. Ciò dipende
anche da come è stato conservato il prodotto. Ad ogni modo, la vita media di un olio non è lunghissima. Pertanto, andrebbe
consumato preferibilmente entro 12/18 mesi dall’estrazione.
L’olio extravergine di oliva non è adatto per friggere?
FALSO!
Per troppo tempo è passato il messaggio pubblicitario che gli oli da seme siano i più adatti alla frittura per la loro
presunta leggerezza. Studi e ricerche hanno invece dimostrato che l’olio extravergine di oliva appare invece essere il
più adatto perché resiste meglio alle alte temperature, ha una composizione meno sensibile all’ossidazione ed è ricco di
sostanze antiossidanti che ne proteggono l’integrità. Per chi comunque preferisce gli oli di semi, il più adatto per friggere
è quello di arachide grazie al punto di fumo più alto rispetto agli altri.
L’olio extravergine è più grasso dell’olio di semi?
FALSO!
Tutti gli oli contengono la medesima quantità di grasso e apportano 9k/cal per grammo. Pertanto, l’olio extravergine di
oliva non risulta essere più calorico di quello di semi. Inoltre, avendo una composizione acidica molto simile al latte
materno, è il più digeribile fra tutti gli oli ed è fortemente consigliato nella dieta dei lattanti e degli anziani.
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